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Festa dell'Immacolata a Calatafimi Segesta in provincia di Trapani presso la Chiesa di San Michele Arcangelo
La notte che precede l’8 Dicembre, dopo la tradizionale tavulidda, mangiata che si prolunga per tutta la notte, tra arrostite e giocate a carte, si svolge a Calatafimi, una solenne processione detta “Mmaculatedda”, per le ridotte dimensioni del simulacro dell’Immacolata. 
La processione parte dalla Chiesa di San Michele alle ore 4 del mattino. 
I
 fedeli l’accompagnano con le tradizionali “ciaccule”, fiaccole fatte 
con fasci di steli secchi di una pianta detta “disa”. La particolare processione notturna è
 aperta in due file da tanti devoti con la ciaccula accesa, seguita dal 
simulacro della Mmaculatedda e dal popolo dei fedeli. Grande è la 
partecipazione dei bambini con una piccola fiaccola in mano, 
accompagnati dagli adulti. 
Durante la processione, sono molto 
affascinanti e piene di fede le invocazioni popolari, che vengono 
scandite con una speciale modulazione durante il tragitto: nel momento 
in cui il fedele si volge verso il simulacro della Madonna e con voce 
possente invoca Maria, tutti tacciono, aspettando impazienti, di poter 
rispondere con entusiasmo il rituale "Viva Maria Mmaculata". 
Basta 
il grido "Trema lu `nfernu e trionfa Maria" oppure “Sintennu lu nnomu di
 Maria lu `nfernu trema” che tutti ritrovano l’energia per procedere 
nelle vie del paese e concludere la fiaccolata davanti la chiesa di San 
Michele. E se per caso, o perché distratti o perché prevalsi dal sonno, 
qualcuno dimentica o si dimostra restio nel rispondere alle invocazioni,
 colui che le proclama subito interviene con l'ironica invocazione "E 
chi semu surdi e muti", che, oltre a suscitare un sottile sorriso, 
ridesta la mente e sprona ad inneggiare alla Vergine Maria. Processione 
unica per la sua particolarità che attira visitatori provenienti da 
paesi limitrofi e non.
La tradizione è legata al nome di mastro 
Vincenzo Avila che, dopo aver acquistato un’effigie in carta pesta della
 Vergine da tenere a casa sua, decise di farla benedire all’alba dell’8 
dicembre del 1908, a conclusione della novena. Pertanto insieme ad altri
 suoi colleghi calzolai trasportarono di notte, prima dell’inizio delle 
sacre funzioni, il Simulacro presso la chiesa di San Michele. L'evento 
si ripete ogni anno trasformandosi in una vera e propria processione, 
man mano che i devoti aumentavano. Per poter illuminare il tragitto, in 
assenza d’energia elettrica, si cominciarono ad utilizzare fiaccole 
realizzate con gambi d’ampelodesmo, "i busi di ddisa".
fonte comune di Calatafimi Segesta

 
						 
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